martedì 29 settembre 2009

Scacco matto, stupida cimice!

Whatever works è un presuntuoso e cinico sogno ad occhi aperti nel quale i geni disillusi hanno ancora qualcosa di cui stupirsi, fanatici, reazionari e ignoranti si liberano dai loro rigidi vincoli e tutti quanti si lasciano catturare dall'amore; non importa come, basta che funzioni.
Il repertorio è quello solito di Allen - l'amore è transitorio, dio non esiste, il caso domina le nostre vite - ma senza false modestie. Il suo alter-ego è il bravissimo Larry David e il suo palco la tanto amata New York.
A volte la logorrea scappa un pò di mano ma il campionario di battute è travolgente e ci si pela dal ridere il che, trattandosi di una commedia, non è un pregio da poco.

lunedì 28 settembre 2009

mercoledì 23 settembre 2009

Le leggi naturali sono lo sfondo su cui si inserisce la ricchezza imprevedibile dei particolari

Si parla di evoluzione nell'Introduzione alla filosofia della biologia, e se ne parla perchè quella evoluzionistica sta diventando sempre più una chiave di lettura fondamentale per le scienze biologiche.
Pievani ci offre una panoramica completa delle diverse teorie, senza nascondere il suo essere critico nei confronti del riduzionismo gene-centrico e dell'ortodossia adattazionista, sottolinea l'importanza dell'approccio "storico" e ricorda le grandi tematiche che la biologia evoluzionistica affronta: il concetto naturale di progresso, l'esistenza di un "progetto", il rapporto fra forme e funzioni in natura, il ruolo giocato dai geni e dall'ambiente, la connessione fra evoluzione del singolo e della specie.

martedì 22 settembre 2009

Il kata della pistola

Mi aspettavo gente che con una pistola in mano fa le peggio terronate immaginabili e mi son ritrovato nel bel mezzo di una distopia clerical-autoritaria che reprime le emozioni per liberare l'uomo dalla guerra. Se l'idea di un miscuglio fra Blade Runner, Fahrenheit 451, 1984, Matrix et similia vi irrita lasciate perdere Equilibrium; in caso contrario gustatevi questo film spedito e onesto, che, nonostante qualche incongruenza, va dove deve andare senza troppi fronzoli e con un Christian Bale in forma. Buon cast, scenografia funzionale.
E, soprattutto, le terronate con le pistole ci sono.
Bello il duello finale.

Era un amore da dei, un desiderio che poteva esistere solo al di sopra delle nuvole.

Dead moon è un melodramma epico con sfumature fantasy e stile orientale, a metà strada tra la favola nera e il racconto mitologico.
Ad illustrarla c'è il maestro Luis Royo: con splendide tavole, ritratti acquerellati e disegni a matita l'artista spagnolo crea un'atmosfera cupa e simbolica, colma di sensualità e di violenza, senza la quale la storia di passione fra la principessa Luna e il principe Marte, lo Yin e lo Yang, non avrebbe la stessa intensità.
Visivamente spettacolare.

domenica 20 settembre 2009

John Doe vs. Tyler Durden

Se la prima stagione di John Doe era riuscita ad essere innovativa e intrigante, la seconda si rivela ancora meglio: personaggi con più spessore, una continuity sempre più avvincente e una trama più solida e meno "episodica", che vola alto giocando su fato e libero arbitrio. Lo scontro fra il neo-promosso John Doe e l'irruento figlio Mordred è serrato, epico, imprevedibile, senza spazio per distinzioni fra buoni e cattivi. Non mancano le citazioni, i graditi ritorni e le inaspettate dipartite, il tutto culminante in un finale esplosivo.
Per non parlar dell'interludio.

venerdì 18 settembre 2009

Yo Joe!

Il bello di certi film è che ti consentono di spegnere il cervello e di goderti lo spettacolo. Se però lo spettacolo è raccontato male* o, peggio ancora, è noioso**, allora il cervello si riaccende e comincia a lamentarsi. Il bello di G.I. Joe è che non solo ti consente di tenerlo spento ma lo fa egregiamente: belle sequenze d'azione, flashback funzionali nella loro semplicità, Sienna Miller in tuta di pelle, il mitico Shorty di Scarie Movie che spara cazzate, ritmo incalzante. Soprattutto, G.I. Joe fa tanto tanto tanto fracasso, di quello che solletica il lato più infantile di ogni spettatore.
Chissenefrega allora della monodimensionalità dei personaggi, della prevedibilità di situazioni e battute e via dicendo.
Cervello spento.
Bang Bum Crash.



* ogni riferimento a La Mummia è puramente casuale.
** ogni riferimento a Transformers 2 è puramente casuale.

giovedì 17 settembre 2009

Si è morti, si dorme il grande sonno e ci se ne fotte di certe miserie

Il Philip Marlowe del Il grande sonno, alla sua prima comparsa nel mondo degli investigatori privati e della letteratura, non ha ancora quello spessore emotivo che si ritrova, ad esempio, ne Il lungo addio. Ci sono, però, tutti quei tratti che l'hanno reso celebre: la sua solitudine, la sua cinica e ironica malinconia, il suo tenace e personale senso del dovere. E c'è anche il suo mondo degradato, la sua Los Angeles popolata da un'umanità corrotta e senza speranza.
E poi, last but not least, c'è il modo in cui Chandler tiene in mano quella maledetta penna: linguaggio e dialoghi, metafore e introspezione sono i punti di forza del suo straordinario narrare.

lunedì 14 settembre 2009

Qual è la strada per Shell Beach?

In una città perennemente notturna John si ritrova senza memoria, con Jennifer Connely come moglie e braccato da inquietanti izi in nero. Scoprirà che c'è qualcosa che non va nel mondo che lo circonda e nei propri ricordi ma, grazie all'aiuto dell'ambiguo psichiatra Sutherland e del malinconico ispettore Hurt, rimetterà ogni cosa a posto.
Non mancano le ingenuità in Dark City, ma a compensarle ci pensano l'ambientazione claustrofobica e affascinante, l'ottimo mix di atmosfere noir, distopiche e fantascientifiche e una storia semplice ma che tutto sommato funziona.
Un buon film, cui Matrix e simili devono parecchio.

mercoledì 9 settembre 2009

La noia dai mille volti

Mi aspettavo un trattato antropologico; L'eroe dai mille volti è invece più simile a un misto di storia della mitologia e della religione, psicoanalisi e ricerca della spiritualità perduta. Non ci sarebbe niente di male se non fosse che Campbell divaga, divaga, divaga, spesso saltando di palo in frasca e perdendosi in racconti di miti nei quali, a volte, trova parallelismi un pò troppo forzati, soprattutto quando tira di mezzo i confronti fra gli archetipi del mito e quelli presenti nei sogni.
Gli spunti interessanti non mancano e impediscono al libro di essere terribile, ma sono diluiti da uno stile ridondante che purtroppo lo rende noioso.
Forse un giorno lo riprenderò.
Forse.

lunedì 7 settembre 2009

Tema: la figura del leader in politica

Il candidato illustri la differenza fra "grande statista" e "carismatico ladrone" partendo, come spunto, dalla seguente citazione:

"La maggioranza degli italiani vorrebbe essere come me, si riconosce in me e condivide i miei comportamenti".
Silvio Berlusconi.

domenica 6 settembre 2009

La Morte, l'universo e tutto quanto

Braccato dai Cavalieri dell'Apocalisse, suoi ex datori di lavoro, John Doe si lancia in un'avventurosa e surreale fuga che lo porterà, al termine della prima stagione, a confrontarsi con la sua antagonista, una Morte strafiga, cupa ed elegante.
Nel corso del suo viaggio incontrerà di tutto: pistoleri leggendari, comici irriverenti, ristoranti al termine dell'universo, mercenari acculturati, vampiri, grandi balene bianche, sceneggiatori di fumetti, barbuti giocattolai richiamati in servizio. Un fantasioso frullato di stereotipi del mito e della cultura pop (e non solo), ben sceneggiato, ricco di ironia e citazioni e con un cast di personaggi interessanti.
Unico difetto: la discontinua qualità dei disegni, non sempre all'altezza delle storie, ad eccezione delle meravigliose copertine di Massimo Carnevale.
Notevole.

Greylines

venerdì 4 settembre 2009

Se credi intensamente in qualcosa, chi può dire se è reale o no?

Franklyn parte subito bene, ambientato nella Londra contemporanea e nella suggestiva Città di Mezzo. Due scenari apparentemente slegati, finchè non cominciano ad apparire i primi parallelismi e l'intreccio inizia a svelarsi a poco a poco.
Fino ad arrivare al finale.
Esiste dio? O esiste un destino spietato e indifferente? Oppure è sufficiente credere in qualcosa per vedere significati laddove non ce ne sono? O forse, in fondo, tutti crediamo in qualcosa, a prescindere da quanto sia vero?
Filosofia pop, toni da thriller, sfumature distopiche, tocchi di estetica gotica e storie di ordinaria solitudine. Il tutto ben confezionato e narrato, nonostante qualche sbavatura*.
Interessante.

Greylines

* Eva Green sarà anche figa e brava ma il suo personaggio è un pò troppo caricaturale.

giovedì 3 settembre 2009

Piccoli attacchi di metafisica

La ricerca de L'uomo dei cerchi azzurri è la prima indagine in cui il commissario Adamsberg e l'ispettore Danglard, lo yin e lo yang dell'arte investigativa, si muovono fianco a fianco. Rispetto al loro viaggio nel Luogo incerto - ultimo libro della serie - c'è molta più introspezione e un pò meno umorismo benchè l'ironia sia comunque parte integrante della penna di Fred Vargas.
I personaggi sono talvolta caricaturali ma sempre vividi, credibili e intensi; il loro spessore dà vita a un affascinante gioco di relazioni, sorretto dal confronto fra lo spalatore di nuvole Adamsberg e il pensatore Danglard, che finisce col mettere in secondo piano la pur intrigante trama.
A tutto ciò va aggiunto un dettaglio non irrilevante: Fred Vargas scrive da dio.

Greylines

martedì 1 settembre 2009

A forza di cagar fuori, prima o poi il tappeto si sporca

La Chiesa ce l'aveva messa tutta per evitare di litigare dal momento che sul piatto c'erano troppe faccende interessanti: legge sul testamento biologico, eliminazione dei tagli alle scuole private e via dicendo. Chissenefrega, insomma, se Silvio III è un puttaniere dall'etica volubile che cambia leggi per sfuggire dalla giustizia.
Peccato però che il Cavaliere, come ogni prepotente megalomane, poco apprezzi le critiche, anche se vengono da un giornale legato al primo partito politico d'Italia. Ecco allora che sguinzaglia l'idrofobo Feltri, giornalista (?) di quelli che adorano grufolare nella merda evitando al padrone di doversi sporcare le mani, per lanciare il suo avvertimento.
Come finirà questo braccio di ferro fra le alte sfere (meglio chiamarle palle) della politica italiana?
L'impressione è che il Nano Imperiale sarà presto costretto a battere in ritirata trincerandosi dietro la consueta cortina di negazioni, a meno che non trovi il fegato di fare qualche scherzetto su leggi sensibili tipo quella sul fine-vita.
Su tutto rimane una certa tristezza da parte di chi, detestando profondamente il Mignottocrate e non sopportando il Pastore Tedesco, è costretto a sperare che il secondo ci liberi del primo.

Greylines